Home La Voce dell'Arciprete COMUNITA' di FEDE e di SERVIZIO 2°parte
COMUNITA' di FEDE e di SERVIZIO 2°parte PDF Stampa
Scritto da don Angelo Scarabottolo   
I Discepoli vivendo con Gesù avevano capito che:
stare insieme, ascoltare quanto il Maestro diceva, essere solidali con i poveri, aiutarsi vicendevolmente, (carità e servizio), perdonarsi l'un l'altro i propri limiti... era diventata la loro vita.

E quando Gesù, dopo la Risurrezione, li lascia soli i Discepoli continuano quella vita che avevano appreso da Gesù, a fare quanto il loro Maestro aveva loro raccomandato: "Fate questo in memoria di me".     

Nella preghiera comune, tutti trovavano la forza di mettersi al servizio (oggi diciamo fare volontariato) di quanti erano afflitti da malattie o da scarsità di mezzi.
Da notare tuttavia che l'accento di Gesù, degli Apostoli e dei primi cristiani non è posto sulla frequenza alla Messa e neppure sulla preghiera in comune, quanto piuttosto sull'ascolto della Parola di Dio e sul servizio ai fratelli.
Avevano capito che era facile pregare e andare a Messa... più difficile servire... la preghiera e l'Eucaristia davano loro la forza per il servizio.   (Vedi Atti degli Apostoli  2, 42- 47)

Un forte limite delle Parrocchie, oggi, grandi o piccole che siano, è costituito dal fatto che pur presentandosi come efficienti, ricche di iniziative e di proposte, con strutture notevoli e tanto personale a disposizione.... non riescono comunque ad essere "Comunità di fede e di carità"...
A parole diciamo che la Parrocchia è una "Comunità" (es. Comunità di S. Angelo), in realtà può essere un "supermarket", una specie di "self-service, uno spazio per tutte le stagioni e per tutte le esigenze, aperto a tutti...  ma potrebbe non essere comunità di fede e di carità.
La testimonianza che oggi le nostre Parrocchie danno sul territorio, è quella di Comunità di fede aperte al servizio ? Danno l'impressione di essere attente alle famiglie in difficoltà, si prestano per l'assistenza gratuita agli ammalati ? Danno testimonianza di solidarietà con i Paesi del Terzo Mondo?
O non diamo piuttosto l'impressione di avere delle belle strutture, Messe a tutte le ore, benedizioni e rosari, a volte processioni folcloristiche (vedi meridione), pellegrinaggi verso tutte le destinazioni... ma noi cristiani (i preti anche di più) lasciamo a desiderare in quanto a testimoni di fede e di carità !?.

Noi cristiani stentiamo a mettere in pratica ciò che è essenziale nel Vangelo: la Parola di Dio, la carità, il servizio, le scelte di povertà, l'attenzione alle persone più svantaggiate.
Al di fuori di queste linee guida, la Parrocchia può essere un'azienda che funziona, con tanti servizi, un self-service perfetto, un'industria economica, una struttura a scopo di lucro... ma stenta ad esprimersi e a testimoniare la propria fede e la carità.
Un apparato troppo appariscente, una Chiesa più autorità che servizio, più Codice che Vangelo; una Chiesa struttura forte, grande, sicura, rispettata... rischia di non essere più riferimento a Gesù Cristo; l'eccessiva apparenza della struttura potrebbe offuscare la luce che dovrebbe illuminare Cristo....  e una Chiesa che non riesce ad illuminare Cristo, finisce per illuminare se stessa.

Tutto questo discorso, alla riscoperta delle linee fondamentali del Vangelo, della nostra fede e della nostra vita cristiana, era necessario per capire quale sia il ruolo del cristiano in questa nostra società, che come tutti i cittadini di questo mondo, sembra indifferente e senza Dio (basta che osserviamo i vuoti nelle nostre chiese, o i principi su cui si reggono la politica, l'economia, la finanza, i rapporti sociali, ecc... che non sono "evangelici" e a volte neppure "umani") e dall'altra manifesta un profondo bisogno di salvezza, di verità, di giustizia, di vita, di felicità... cioè di Dio.

Non è importante che una comunità sia composta da migliaia di persone, neppure che riempiano le chiese (con Messe abbastanza noiose);  neppure ancora che la parrocchia abbia tutte le risorse, i servizi e i locali, le possibilità di interessare e intrattenere bambini, ragazzi, giovani, famiglie, anziani, ammalati, ecc... la Parrocchia non è una moderna forma di marketing, o un distributore di "cose sacre", come una pompa di gasolio a cui tutti attingiamo, paghiamo... e tanto meno la Parrocchia è una mucca da mungere in continuazione, con la pretesa che "altri" la mantengano e la curino...
La Parrocchia.. siamo noi !
Noi formiamo la comunità-Chiesa !
Noi siamo la fede e la carità della Parrocchia !
La Parrocchia è una Comunità di fede e di servizio; composta da quanti la frequentano;
che nella Parola di Dio e nell'Eucaristia trovano la forza di dare una mano e aiutare gli altri.
Se costituire "Comunità" è uno dei punti essenziali di una Parrocchia, (come il servizio, la preghiera, l'attenzione alle persone, la povertà di vita, ecc...) perchè questa è la volontà di Gesù e il suo insegnamento... è necessario che ci muoviamo in questa direzione.

Sono migliaia e migliaia le persone che dedicano un poco del loro tempo per fare volontariato nella società, in un Comune, nei servizi sociali, nelle Caritas, nelle mense dei poveri, negli ospedali, nelle case di riposo, in attività umanitarie, ecc...
Migliaia di volontari dedicano gratuitamente una parte della loro giornata o della settimana agli altri.
E' una cosa ammirevole, grandiosa, sconvolgente...
Molti fanno volontariato anche nelle Parrocchie: nelle liturgie in chiesa, in patronato, intrattenendo i ragazzi, nell'A.C., nell'animazione dei gruppi, per tenere in ordine e puliti i locali...
(continua)