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omelia alla Veglia Pasquale 2011 PDF Stampa

ALLA VEGLIA PASQUALE 2011

Miei cari fratelli e sorelle,
benvenuti in questa ‘NOTTE BEATA’ e ‘NEL GIORNO CHE HA FATTO IL SIGNORE’ perché in comunione gioiosa con tutta la Chiesa anche in questa nostra chiesa ‘divampi la Speranza’.

E gli occhi, i cuori e le menti si spalanchino, pulsino e si aprano alla dirompente notizia: CRISTO E’ RISORTO, SI’, EGLI E’ DAVVERO RISORTO

Il cammino quaresimale, l’attraversata del deserto con tutti i suoi rischi e pericoli, ma avendo davanti a noi la Parola di Dio, la fatica, la fame ed il digiuno che ci hanno reso consapevoli della nostra fragilità e, allo stesso tempo, con il sacramento della Riconciliazione, forti nella grazia di Cristo, li abbiamo ormai alle nostre spalle: con Lui, il Risorto ed il vivente, il Vincitore del peccato e della morte, siamo usciti alla luce, purificati e illuminati.

Che le nostre voci esplodano nel canto dei rinati, dei risuscitati e delle creature nuove: ALLELUJA, ALLELUJA, ALLELUJA!

Non c’è più posto per domande angoscianti: “Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?”, come si chiedevano Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salome recandosi al sepolcro. (Mc 16, 3)

Non c ‘è paura che tenga: “ Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E’ risorto, non è qui”, annuncia loro quel misterioso giovane, vestito di bianco.(Mc. 16,6)

Non c ‘è tempo da perdere: “Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”, senza indugi e senza spiegazioni.(Mc 16,7)

Spiazzati, completamente spiazzati in quel pietosissimo desiderio, ieri come oggi, di ungere e di imbalsamare, di custodire gelosamente sino a farla ricoprire di polvere, di disinnescare e rendere innocua, di devitalizzare la notizia della RISURREZIONE DEL SIGNORE fulcro e fondamento della fede cristiana.

Abbandoniamo dunque il sepolcro, fuggiamo pure stupiti e increduli dalla tomba vuota e agganciamo questa nostra storia, incrociamo le strade dei nostri amici, condividiamo ‘le speranze e le attese, i dolori e le angosce’(Gaudium et Spes), testimoniamo, soprattutto a quanti si sono allontanati dalla Chiesa, con la nostra vita che Cristo Risorto è la Speranza dell’umanità.

Raccontiamo, come abbiamo ascoltato questa notte, il fascino di un Dio che ‘in principio’ si inventò letteralmente il grande cosmo nel quale siamo e ci muoviamo, perché ogni creatura, in particolare la persona umana, portasse impressa su di sé la Sua immagine.

Che nonostante l’orgogliosa disobbedienza e la devastante autosufficienza della creatura umana, il primo Adamo, Dio non ha mai cessato di inseguirla e di cercarla, con pazienza e con amore, svelando progressivamente la Sua presenza con parole e con gesti nelle vicende del popolo di Israele e preparando così definitivamente il Suo venire nella storia nel Suo Figlio Gesù Cristo, il nuovo Adamo.

L’Incarnazione, la Passione, la Morte , la Risurrezione e l’ Ascensione del Signore costituiscono il MISTERO PASQUALE , l’evento di salvezza e di grazia per l’umanità di ogni tempo e di ogni luogo.

Ma questo evento ci riguarda personalmente, ne siamo coinvolti, anzi ne siamo protagonisti per il dono della fede che abbiamo ricevuto: la Pasqua di Cristo è la nostra Pasqua!

Lo splendido brano dell’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani, proclamata nella Liturgia della Parola di questa Veglia, spiega questo nostro coinvolgimento nel mistero pasquale: battezzati e quindi con-morti, con-sepolti, con-risorti con Cristo. Inizia così la nostra storia di creature nuove, della nostra rinascita alla vita nuova.

Vedete dunque, fratelli e sorelle, in che modo i segni della liturgia della Veglia di Risurrezione diventano eloquenti: le tenebre, il fuoco, la luce e l’acqua.

Passare dal buio alla luce, lasciarsi guidare da quella luce, immergersi non per naufragare ma per riemergere dall’acqua salvati e santificati: è questo il senso del cammino di fede di discepoli di Cristo e di membra vive della Chiesa.

Consentitemi ora di rivolgervi qualche domanda, forse un po’ inquietante, ma che sento doverosa: vi sembra che noi, cristiani di oggi, avvertiamo l’urgenza di ritornare ad essere coraggiosi ed audaci testimoni del Risorto? Di sposare sempre e comunque le ragioni della vita e mai quelle portatrici di morte? Di lottare contro ogni tentazione di arrendevolezza di fronte al male che è nel mondo? Di non portare acqua al mulino della disperazione e del pessimismo ma, al contrario, di lasciare scorrere il fiume della speranza? Di credere che nessun macigno è inamovibile perché la Pasqua è, secondo una felice immagine la “festa delle pietre rotolate”?(+ don Tonino Bello)

Condivido con voi le difficoltà del momento storico, ecclesiale e civile, mondiale direi, che stiamo attraversando; un passaggio ed una transizione che sembrano non voler finire perché le fedi religiose (cristianesimo compreso) si mostrano a volte incapaci di trasformare questa storia, assediate dal secolarismo e dal pensiero dominante che ritiene possibile costruire un futuro senza Dio.

Perché si continuano a percorrere strade di sviluppo e di progresso, bugiarde e menzognere, con l’unico obiettivo da parte dei potenti di questa terra di conservare e preservare sé stessi da ogni sorpresa e lasciare le briciole agli ultimi e ai poveri.

Perché la pace stenta a disegnare il suo arcobaleno nelle vicende dell’umanità sopraffatto dalle nubi minacciose di popoli in eterno conflitto tra di loro, dal ricorso al nucleare ma non per scopi pacifici, dalla convinzione spesso diffusa che la soluzione dei problemi risiede nel passo degli eserciti e nel crepitio delle armi.

Perché c’è disperazione nella generazione giovanile assediata dal consumismo e abbandonata dagli adulti, come ha affermato qualcuno, ma ancora fiduciosa nei valori che possono dischiudere davanti a loro un possibile futuro di speranza.

Vengono in mente, davanti a questo scoraggiante orizzonte, ai giovani di ieri e ai giovani di oggi le parole di una nota canzone degli anni ’60 …..la ricordate?

DIO E’ MORTO ……ai bordi delle strade, nei campi di sterminio, coi miti della razza, con gli odi di partito…… e aggiungo … con la volgarizzazione dei rapporti umani, con il cinico egoismo personale, con l’asservimento del potere politico per fini individuali e di casta, con l’umiliazione di uomini-donne-bambini, con l’arroganza, il servilismo, il compromesso, lo sfruttamento, la manipolazione delle coscienze, l’illusione del tutto e subito, del prendi per te e degli altri fregatene ….

Ma la stessa canzone terminava: ‘perché noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore è per tre giorni e poi risorge!

Sì, cari fratelli e sorelle, Gesù Cristo è risorto!

Annunciamolo con le labbra e con la vita, indossiamo l’abito della festa, rivestiamoci di speranza, facciamoci coraggio l’un l’altro, diventino i nostri volti luminosi e sorridenti perché nel tremendo duello tra la vita e la morte ha vinto la VITA!

Diciamolo anche a quei nostri fratelli e sorelle che stanno vivendo una Pasqua di sofferenza e dolore, a quelli che lasciano la loro terra e che nessuno vuole tra i piedi, a quei bambini giapponesi che con i loro grandi occhi attendono l’abbraccio di mamma e papà non sapendo che non avverrà mai, a coloro che sperano ancora di poter vivere nelle loro case dopo il terremoto dell’Aquila, a coloro che hanno perso il lavoro e si vergognano di chiedere aiuto (come se fossero colpevoli di qualcosa), a coloro che guardano i loro bambini su un letto d’ospedale, abbracciamoli con la nostra carità e solidarietà!

Auguri a tutti e a ciascuno di voi di una SANTA PASQUA!