omelia giorno Natale 2012 Stampa
Scritto da don Angelo Scarabottolo   
Non sforzarti il giorno di Natale
(omelia del Natale 2012)
 
Non sforzarti di essere più buono o generoso nel tempo del Natale.
A che serve? E’ questo ciò che il Natale ti chiede? “Mi hanno insegnato così”, dici.
Hai ragione, non hai tutti i torti. E forse continuiamo pure a insegnarlo, magari non esplicitamente ma in sostanza … Eppure leggo e rileggo i Vangeli del Natale, ne studio le vicende, ne analizzo le parole, ma non trovo inviti a una generica generosità o bontà d’animo.
 
Non sforzarti nemmeno di essere più religioso nel tempo del Natale. A che serve esserlo una volta all’anno, suppergiù? E’ questo ciò che il Natale ti chiede? “Mi han sempre raccomandato così”, dici. Hai ragione, non sbagli. In effetti non è nemmeno un cattivo insegnamento, una Messa o una Confessione o una preghiera in più almeno, troppo male non fa. Eppure scruto in profondità Vangeli del Natale, ne seziono le frasi, approfondisco le interpretazioni, ma non riesco a trovarvi esortazioni esplicite ad essere più religiosi.
 
Non affannarti a fare il paladino dei veri o presunti valori del tempo del Natale. Ti serve per far tacere la coscienza? Ma è questo che il Natale ti chiede? “Mi han spiegato che fan così i buoni cristiani”. E’ vero, te l’hanno insegnato. In parte può essere vero, ci sono dei valori che vanno difesi. Ma mi ributto sui Vangeli del Natale e non trovo prediche edificanti su valori morali, neppure raccomandazioni circa buoni comportamenti.
 
Non dannarti neppure troppo l’anima a difendere le cosiddette tradizioni cristiane del tempo del Natale. A che serve se poi di tante tradizioni neppure tu sai più il significato? E poi, il Natale te lo chiede? “Le abbiamo sempre fatte”, mi rispondi. Anche in questo dici il vero. D’altronde le usanze sono importanti, fanno clima, aiutano a trasmettere la memoria tra le varie generazioni, sono anche cariche di buoni insegnamenti. Stavolta non rileggo nemmeno i Vangeli del Natale, su questo tema si perde in partenza …
 
Vuoi fare Natale? Fallo come l’hanno fatto tutti coloro che hanno vissuto il primo natale: ascolta.
Come Maria, Giuseppe, Elisabetta, i pastori, i Magi... Rilassati, prima di preoccuparti di cosa fare a Natale o per il Natale, ascolta! Così da essere sicuro di aver ben capito di cosa si sta parlando, anzi, di chi si sta parlando.
Ma se non vuoi ascoltare, non celebrare il Natale. Perché il Natale è l’ascolto di un annuncio, l’annuncio di una nascita che ti raggiunge lì dove sei, come sei, con ciò che hai e in ciò che fai. (Tra parentesi: è uno scandalo che il Natale sia solo questo … Fragile come un annuncio … o un bimbo.)
Il Natale è un annuncio, come la Pasqua: quell’uomo, il bambino Gesù di Nazareth è Figlio Dio; nella vita di quell’uomo Dio vive in prima persona ogni aspetto – ogni! – della tua stessa umanità; ora ogni elemento del tuo essere uomo è amato definitivamente, acquistando valore inestimabile, meritando di essere vissuto; persino le esperienze drammatiche acquistano significato.
Il Natale, come la Pasqua, annuncia che l’uomo è fatto per vivere con Dio: Egli ha intrecciato il Suo destino con il nostro, l’uomo è “per sempre” accompagnato amorevolmente e in questo orizzonte; il farsi carne in Gesù di Dio, del Dio che dà la vita, fa di ogni carne e delle sue vicende il luogo possibile di quest’incontro con Dio, dell’esperienza della Vita vera: lì potrai incontrarLo.
Il Natale, come la Pasqua, annuncia che la parola e i gesti dell’uomo di Nazareth sono autorevoli come quelli del Figlio di Dio, sono una via per te, uomo come Lui, per entrare nella Vita.
 
Celebrare il Natale è darsi la possibilità di ascoltare quest’annuncio, questa Parola e, se vuoi, come Maria (Giuseppe, i Pastori..) entrare in dialogo vero con Essa chiedendo: “Come avverrà?”, per arrivare a dire: “Avvenga per me la tua parola”.
 
Celebri il Natale? Fa’ spazio al suo annuncio prendendolo in considerazione in tutta la sua potenza.
 
Perciò come augurio ti cito una raccomandazione che il bambino di Betlemme da uomo farà ai suoi
discepoli nel Vangelo di Luca: “Fate attenzione a COME ascoltate”.
 
Buon Natale