GIMMY A RAPPORTO Stampa
Scritto da don Angelo Scarabottolo   
Il Parroco stava entrando sul mezzogiorno in chiesa, come al solito, per un saluto al Signore e per un veloce controllo della chiesa.
Mentre stava un attimo in preghiera, sente entrare una persona, avverte un passo lento, come esitasse ad avanzare; a metà circa della navata, lo sconosciuto si inginocchia e si ferma a pregare.
Qualche istante dopo, lo sconosciuto si alza ed esce in silenzio.
Quelle visite si ripetono costantemente per alcuni giorni.
La cosa stupisce non poco il sacerdote: lo sconosciuto arriva sempre a piedi, non si sa da dove, ha il volto magro e scavato, ricoperto da una barba che da alcuni giorni non vede il rasoio, sembra vecchio, ma forse è solo la barba a invecchiarlo, perchè il passo non è incerto come quello dei vecchi; indossa una camicia molto consunta... segno che deve essere anche uno che non se la passa troppo bene... anche la giacca è un vecchio modello e in più punti mostra segni di usura... i bordi si vede benissimo che stanno sfilacciandosi.
Lo sconosciuto entra in chiesa, rimane in silenzio pochi istanti, poi esce, senza altri gesti o fare alcun rumore.
Il sacerdote, un po' preoccupato per quella frequenza quotidiana, iniziò a sospettare che si tratti di uno sbandato, più bisognoso di aiuto che di preghiera... forse viene in chiesa più per incontrare il Parroco che il Signore, probabilmente ha bisogno di un aiuto economico...
Un mezzogiorno il sacerdote si mise davanti alla porta della chiesa aspettando il solito visitatore e mentre  sta per entrare, gli rivolge la parola:
"Come mai viene a pregare proprio in questa chiesa, tutti i giorni a quest'ora?"
"Lavoro in zona industriale   - risponde lo sconosciuto -   e durante la pausa pranzo, mi è comodo venire fino qui... è l'unica chiesa aperta ed è abbastanza comoda. Io sono a piedi."
"Da dove viene ? "   - continua il sacerdote.
"Sono un albanese   - gli risponde l'uomo -   e ho cominciato a lavorare da poche settimane qui in Italia. La mia famiglia è rimasta in Albania."
"Ma come mai viene in chiesa,  - continua il sacerdote -  mentre gli altri sono a pranzo?"
"Io non ho modo di pagare il buono mensa e allora mi porto dietro un panino o un frutto e mi basta. Alla sera, a casa, mi preparo qualcosa di caldo."
"Parla bene l'italiano."    - affermò un poco sospettoso il prete.
"Io parlavo italiano, prima ancora di venire in Italia; ma parlo altrettanto bene il tedesco, il greco, l'inglese."
Il sacerdote che in un primo momento aveva sospettato di quello sconosciuto, e aveva temuto si trattasse di un balordo, ora comincia a guardarlo con ammirazione e stupore...  e in cuor suo chiese perdono a Dio per aver giudicato male quel fratello.
"Ma non ha nemmeno una bicicletta?   domandò il sacerdote.
"No.   – rispose l'altro  -   vengo in auto con il mio amico e durante l'ora di pausa pranzo, vengo a piedi fino a questa chiesa per una preghiera veloce. La mia preghiera è questa: "Signore, eccomi, Gimmy è qui a rapporto! Sono venuto per dirti quanto mi hai reso felice perchè mi hai liberato dai miei peccati... "
Il sacerdote si sentì un tantino umiliato nel suo orgoglio e gli rispose che dire: "Signore Gesù, eccomi sono qui a rapporto da te" era una bella preghiera, spontanea, sincera e aggiunse:
" Ogni volta che lei, Gimmy, viene qui, sarà sempre il benvenuto."
Si salutarono e il sacerdote poi si inginocchiò davanti all'altare, si sentì riempire il cuore di commozione e d'amore per essere stato chiamato ad essere sacerdote, vicino al Signore... e in cuor suo fece sua la preghiera di Gimmy:
"Gesù, eccomi, sono venuto per dirti quanto io sia felice per averti incontrato nei miei fratelli; e per avermi liberato dai miei peccati... Penso a te, Gesù, tutti i giorni... Beh, Gesù... eccomi qui a rapporto!"
Dopo qualche tempo il sacerdote notò che lo sconosciuto non veniva più in chiesa.
Cominciò a preoccuparsi e pensò di andare nella fabbrica dove lavorava a chiedere di lui;  gli dissero che era stato ricoverato in ospedale; i medici erano molto preoccupati per il suo stato di salute, tuttavia speravano che avrebbe potuto farcela.
Il sacerdote si informò dove fosse ricoverato e andò a fargli visita; conoscendo l'infermiera del reparto, si informò della salute di Gimmy e così seppe che era una persona squisita, gentilissimo con tutti, sorrideva sempre ai malati e agli infermieri, la sua bontà e semplicità avevano contagiato tutto il reparto.
La caposala non riusciva a capire come mai quel malato fosse tanto sereno dato che non aveva mai ricevuto né fiori, né biglietti augurali, né visite.... e doveva stare male, provare momenti e fitte di dolore.
Il sacerdote si avvicinò al letto di Gimmy con l'infermiera e questa, mentre si avvicinava al letto, disse a voce abbastanza alta da essere udita da tutti gli ammalati della sala:
"Nessun è venuto a trovarlo, non viene mai nessuno a portargli qualcosa, reverendo. "
L'ammalato sorpreso intervenne sorridendo:
"L'infermiera si sbaglia... lei non sa che tutti i giorni, da quando sono arrivato qui, a mezzogiorno, io ho un Amico che viene a trovarmi, si siede sul mio letto, mi prende le mani, si china su di me e mi dice:  "Gimmy,  sono contento di aver trovato un amico come te e io ti ho liberato dai tuoi peccati. Mi è sempre piaciuto ascoltare le tue preghiere. Ti penso ogni giorno e ti sono vicino.... Beh,  Gimmy... qui c'è GESU' a rapporto!"
Da oggi, ogni giorno, anche noi, potremmo dire al Signore nelle nostre preghiere: "Ehi Gesù, eccomi sono qui a rapporto!"