Scuola paritaria: lettera ai politici veneti Stampa
Scritto da Vescovi del Triveneto   

La famiglia non può dare di più

Le scuole paritarie sono a rischio chiusura perché gli enti pubblici tagliano e ritardano i finanziamenti e non si può pensare «di gravare ancora di più sulle famiglie chiedendo ulteriori aumenti alla loro contribuzione alla scuola cui hanno diritto come tutti gli altri cittadini».

È questo in estrema sintesi il nocciolo della “lettera ai politici” che, in vista dell’assemblea regionale dei gestori delle scuole dell’infanzia venete della Fism che si terrà a Padova sabato 24 ottobre, i vescovi del Triveneto e il comitato Cet per la parità, rappresentati dal delegato per la scuola della conferenza episcopale mons. Adriano Tessarollo, vescovo di Chioggia, inviano a sindaci, presidenti di provincia, consiglieri regionali, deputati e senatori veneti (e friulani). L’auspicio è che il loro autorevole impegno possa contribuire a risolvere la questione della parità per il bene delle famiglie del nostro territorio, nel delicato quadro generale in cui si trova «tutta la scuola, statale e paritaria, che vive oggi un periodo delicato per le riforme in atto, per le restrizioni di risorse e per i ritardi alla piena attuazione del processo di autonomia e di parità. Ci auguriamo che siano evitati i notevoli disagi e le tensioni per la nostra regione a causa dei problemi che le scuole paritarie, specie quelle dell’infanzia, si troverebbero ad affrontare, compresa l’ipotesi della loro chiusura».

La situazione di sofferenza è nota ed è stata più volte segnalata in appelli, lettere aperte e comunicati stampa: «I ripetuti tagli – scrive mons. Tessarollo – a livello nazionale e regionale, i continui ritardi e incertezze dei finanziamenti alle scuole paritarie da parte dello stato italiano e della regione, mettono in serio rischio il futuro di queste scuole, costrette a indebitamenti dovuti alla mancanza di puntuale erogazione dei fondi previsti e alla diminuzione del contributo stesso. Molte scuole, che da decenni svolgono con qualità, passione e responsabilità il servizio pubblico, rischiano di dover chiudere il proprio servizio, causando un impoverimento al pluralismo educativo e formativo istituzionale e una negazione della libertà di scelta delle famiglie di educare e istruire i figli».

Non si tratta di preservare un privilegio di pochi, ma il diritto di tutti perché «le scuole paritarie di ogni ordine e grado riconosciute e abilitate a svolgere tale servizio scolastico, hanno offerto e stanno offrendo al servizio scolastico nazionale e regionale, in collaborazione e non in concorrenza con la scuola statale, un servizio di qualità, che per lo stato rappresenta anche un notevole risparmio economico, sia per quanto riguarda il personale che i locali delle scuole. Oggi nel nostro Veneto tali scuole, che, ripetiamo, fanno parte a pieno titolo del sistema educativo di istruzione e di formazione, rivelando il cosiddetto “modello veneto”, si vengono a trovare in una situazione sempre più drammatica, con grave rischio di chiusura. Riteniamo questa eventualità una perdita formativa, sociale e culturale oltre che economica, alla quale, specie per le scuole dell’infanzia, stato e regione si troverebbero in forte difficoltà a dare una risposta pronta e adeguata».

«C’è bisogno – conclude la lettera – di una scelta politica concreta per risolvere tale problema, anche attraverso una nuova ed efficace legge regionale che dia organicità a tutto il sistema educativo dell’istruzione e della formazione professionale esprimendo le molte potenzialità ancora inespresse insite nell’attuale ordinamento legislativo costituzionale. Le scuole e le famiglie non possono sopportare ulteriormente annunci e contro-annunci di tagli, seguiti da parziali recuperi, senza nessuna certezza su cifre e tempi di finanziamenti, a fronte di salari e imposizioni fiscali che devono essere puntualmente corrisposti al personale, alla regione e allo stato».

Le richieste

Ripristino dei contributi 2010 e una nuova legge regionale

Puntuali le richieste che vengono fatte dalle scuole paritarie della Fism agli enti pubblici ai diversi livelli di decisione.

Per la scuola dell’infanzia si richiede, a livello nazionale, il ripristino del contributo 2011 e la previsione dei contributi 2012 e 2013 al livello del 2010 (539 milioni per le paritarie di ogni ordine e grado) e che siano previsti finanziamenti ordinari per l’integrazione dei disabili, sospesi nel 2011. Alla regione si chiede che includa nel programmazione della rete scolastica le scuole dell’infanzia paritarie, provveda alla redazione di una nuova legge per il diritto allo studio, integri il contributo annuale ordinario e adegui i fondi per l’integrazione dei disabili. A livello locale si chiede all’Anci Veneto di promuovere nei comuni la stipula di convenzioni che mantengano l’importo delle rette a carico delle famiglie inalterate o comunque sopportabili, in relazione a quanto paga una famiglia che porta il bambino nella scuola dell’infanzia statale.

Per la scuola primaria e secondaria (in riferimento a quanto già detto per la scuola dell’infanzia) si richiede di passare dai contributi ai finanziamenti adeguati a ricorrente fisso. Dalla regione si è ancora in attesa di recuperare, almeno in parte, i tagli di 4,5 milioni effettuati sul “Buono scuola”.

Per i centri di formazione professionale ci si augura che entro il 2011 si possa venire alla stesura di una nuova legge regionale che abbia come pilastri la scuola statale, la paritaria e la formazione professionale per poter superare in maniera strutturale l’attuale momento di crisi che sta mettendo in serie difficoltà economiche e finanziarie gli enti che operano nella formazione professionale.