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SCIMMIETTE

In TV sta imperversando una moda di cattivo gusto: far partecipare i bambini a spettacoli come comparse nei programmi per adulti, come cantanti, prestigiatori, attori in miniatura, ecc…
Si ramane stupiti quando si esibiscono come cantanti: Sono bravissimi.
Hanno delle voci stupende e già formate. Alcuni di questi, la cui età si aggira sui 10 anni, hanno la voce, le movenze, gli sguardi i gesti propri dei loro fans cinquantenni.
Suscitano un sentimento di ammirazione e di stupore: tanto sono bravi ...
Di solito sono anche bei bambini, aggraziati, hanno bei modi di comportarsi, simpatici (a differenza dei loro attori e cantanti adulti... non raramente antipatici...).
Ma... C'è un ma!

A me danno l'impressione di essere delle scimmiette di circo ammaestrate che imitano i loro padroni e fanno ciò che i loro padroni li hanno indotti a fare.Dicono che le scimmiette (non so di quale specie) spesso imitino i gesti dell'adulto che le accompagna... Questi mini-cantanti-attori hanno i medesimi gesti dei grandi: il bambino prende per mano una bambina, si guardano negli occhi, si scambiano parole d'amore in un duetto da veri amanti... parole che non possono essere vere per loro. Questi ragazzini non sono "veri", sono "imitazioni", sono delle "fotocopie" di qualche originale adulto. A volte questi mini-cantanti sono preferibili agli originali, sono altrettanto bravi e di solito più simpatici... ma comunque non sono "autentici", sono "riproduzioni", sono "copie" non "originali". Naturalmente genitori e parenti sbavano per i loro figlioli e vederli alla TV è il massimo: già si prospettano un futuro da artista per il loro figliolo, pieno di successo e di denaro… Nessuno dice loro (e sono migliaia che accorrono) che questa non è la vita; che fatta qualche eccezione, la delusione sarà subito dietro l'angolo; che non si educa e non si forma un bambino sotto i riflettori della ribalta televisiva e con i battimani della folla.

Questi programmi, (già di vecchia data e poi lasciati perdere per motivi educativi) recentemente riproposti da Mike Bongiorno, e ultimamente portati avanti dalla Clerici, da Gerry Scotti, da Bonolis... sono tutti "cloni" gli uni degli altri. Non c'è fantasia, nè originalità. Siccome i programmi con bambini protagonisti fanno ascolto... e allora tutti giù a testa bassa a proporre programmi riciclati, stravisti, scontati e tutti uguali.

E' innegabile che un programma impostato sui bambini (anche se lo facciamo in parrocchia) ottiene successo: i bambini "fanno tenerezza", suscitano simpatia, stupiscono per le loro doti e capacità. (Quanti di noi non vorrebbero che i bambini più bravi andassero a leggere le Letture in chiesa alla domenica... sarebbe così bello e commovente... magari alla Messa di prima Comunione...) Ma l'esibizione del proprio bambino in pubblico può soddisfare il nostro orgoglio di genitori... ma non è molto dissimile dall'esibire la propria fidanzata come trofeo davanti a un pubblico di uomini, perchè tutti possano ammirarla e invidiartela. Un marito o un fidanzato serio non lo farebbe mai. L'amore e gli affetti famigliari, la riservatezza dei sentimenti personali impediscono l'esibizione pubblica delle persone care.

I bambini hanno certamente bisogno di cantare, di esibirsi (magari per superare la timidezza e la riservatezza), di cantare le loro canzoni, esprimendo i sentimenti con le parole che sono loro proprie… Hanno bisogno di essere naturali, non forzati e "programmati" come robot a "fare i grandi". E noi adulti: questo dobbiamo cercare per loro; non che imitino i grandi! Non sono "naturali" imitando gli adulti, ma se restano se stessi, bambini, che sbagliano, incerti, che piangono, che non ricordano bene la parte, ecc… Quei programmi con bambini "già adulti", "piccoli attori" e "cantanti" sono inguardabili e deleteri:

  • per i bambini stessi, anche se sono bravi e simpatici,
  • si creano delle illusioni che solo pochissimi potranno realizzare;
  • per i bambini che si mettono davanti alla TV, non potranno provare un senso di invidia e di impotenza di fronte a dei prodigi della natura;
  • per i genitori, che non possono non fare paragoni con i propri figli,
  • per i presentatori e i programmatori TV che si servono dei bambini per i loro scopi, e alla fin fine per mettere in mostra se stessi.