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Condividere Luce, Parola, Acqua e Pane – Omelia per la Veglia Pasquale – sabato 19 aprile 2014Quando è notte e la vita ti appare buia, e vorresti vedere più in là delle tue paure, delle tue preoccupazioni, delle tue ansie, di un presente che non è il massimo, e di un futuro che appare minaccioso come le nubi di un temporale, Cristo Risorto è la Luce che brilla nelle tenebre. Quando il silenzio avvolge la notte, e tu non sai più dove andare perché perdi ogni punto di riferimento, e vorresti ascoltare una parola che ti orienti, o che ti dia conforto, o anche solo una voce amica che non ti faccia sentire solo, Cristo Risorto è la Parola che risuona nel silenzio. Quando poi si fa giorno, e le attività riprendono, e nella fatica si sente anche l’arsura della sete, e vorresti anche solo un bicchier d’acqua che ti riapra la gola, o magari un po’ di acqua corrente con cui rinfrescarti il viso, arrossato dalla polvere e dal sudore, Cristo Risorto è l’Acqua che rinfresca la nostra arsura. Luce, Parola, Acqua, Pane…una nota pubblicità direbbe: “Che cosa vuoi di più dalla vita?”. Che cosa può desiderare di più l’uomo, se non un alimento quotidiano frutto del proprio lavoro, un po’ d’acqua con cui rinfrescarsi e sentirsi bene, una parola amica che lo orienti, lo conforti e non lo faccia sentire solo, e una luce che lo guidi nelle scelte che deve fare? Questa notte, Dio ci offre tutto questo. E per di più, gratuitamente. Ovvero, per grazia. Questa notte, graziati da una condanna a cui noi stessi ci siamo sottoposti a causa dei nostri errori, Dio ci libera dai lacci della morte e ci dona la vita, quella vera. Quella fatta di Luce, Parola, Acqua e Pane e che simbolicamente celebriamo, cantiamo, gridiamo nell’annuncio di Pasqua: la tomba è vuota, il Signore è Risorto! Preoccupati di rimuovere dalla nostra vita pesi che abbiamo spesso sullo stomaco perché abbiamo dei rancori con qualcuno, perché siamo stati offesi, o perché dobbiamo ricostruire da capo ciò che in pochi istanti perdiamo, oggi abbiamo per lo meno l’opportunità di vedere che questi pesi possono venire rimossi se ci fidiamo di un Dio che non ha molte cose da dirci, se non di non avere paura, e di continuare a sperare nella Vita. È vero che di fronte alle notizie che ogni giorno leggiamo sui giornali, ci viene da dire: “Dov’è questo Dio della Vita di cui tanto si parla nei Vangeli?” Io non so dove sia, ancor meno lo so quando nel mondo accadono cose drammatiche a persone innocenti. So solo che entrando in quella tomba, le donne non solo l’hanno trovata vuota, come il vuoto che queste domande creano in noi; ma hanno addirittura trovato qualcuno che parlava loro di vita, e che quindi non dovevano aver paura. Forse questo Dio che cerchiamo in momenti di smarrimento ci piacerebbe ritrovarlo racchiuso dentro una tomba, dove facilmente potremmo trovare una risposta alle nostre domande dicendo che Dio è morto, e che quindi non possiamo pretendere da lui qualcosa che dia un senso al nostro vivere e al nostro morire. Certo, Dio è morto, e continua a morire in tutte le drammatiche situazioni che si susseguono in ogni parte del mondo. Ma la sua tomba vuota ci dice anche che è risorto, e se non c’è quando lo cerchiamo è perché si trova già in Galilea, e ci aspetta là dove tutto era iniziato – con la chiamata dei discepoli sul lago – per ricominciare tutto da capo. Sarebbe stato molto più comodo, e spesso lo è ancora, pensare che con la morte tutto finisca lì, mettendo una pietra anche sopra le nostre domande di senso. Invece il nostro Dio è un Dio che ricomincia tutto da capo. È un Dio che non si arrende facilmente ad entrare in un sepolcro per restarci. E allora, ci fa trovare la sua tomba vuota, ci dice che lui è vivo, ci dice di non avere paura, e ci dà tutto ciò che ci serve per ricostruire una vita: Luce, Parola, Acqua e Pane, ciò che questa notte abbiamo celebrato. A noi il compito di annunciare che egli è il Dio della Vita, condividendo Luce, Parola, Acqua e Pane con i nostri fratelli che ogni giorno sono colpiti dall’ombra della morte. |