La notizia è apparsa sui giornali di sabato 29 ottobre 2011: "da un'indagine è emerso che in vacanza i bambini italiani sono considerati i più cafoni e maleducati d'Europa. Un campione di 500 albergatori europei fornisce un giudizio impietoso: i nostri ragazzi sono giudicati i più maleducati, incivili, e irrispettosi dei ragazzi degli altri Paesi".
Non lo avrei mai creduto e la lettura dell'articolo mi ha creato un senso di malessere e disagio... un'umiliazione. Ho pensato che non doveva passare sotto silenzio, come se niente fosse: abbiamo tante altre realtà in Italia che in questi mesi vanno malissimo e non sarà questa nuova informazione a preoccuparci. Invece, sono convinto che questo comportamento dei nostri ragazzi e bambini, quando si trovano in gruppo, sia segno di uno scollamento di valori, di una perdita di tensione educativa.... come si percepisse nella famiglia, nella scuola, nella società, nella Chiesa, ecc... l'abdicazione del nostro ruolo specifico e fondamentale di educare alla socialità. Ci hanno definiti "Maleducati", che significa: male-ducati (condotti male), educati male in famiglia innanzitutto, secondariamente a scuola, nelle palestre, nei campi da calcio, nei patronati, ecc... La palma della "male-ducazione" se la aggiudicano i ragazzi romani e milanesi, quindi i napoletani e i torinesi, poi a scendere i bolognesi e i baresi, e ancora i palermitani e i calabresi... i meno peggio sono giudicati i ragazzi veneziani. Gli albergatori europei ai nostri ragazzi rimproverano di essere incivili e irrispettosi, spesso molesti per gli altri ospiti dell'albergo; si comportano come se gli altri non esistessero. Viene rimproverata l'eccessiva vivacità fuori luogo, urla, parolacce, schiamazzi, capricci e indisciplina nelle stanze e negli spazi comuni, corse per i corridoi e nelle sale comuni, scritte sui muri, materiale danneggiato; quando sono a tavola: gridano, corrono tra i tavoli disturbando gli altri ospiti; giocano con gli ascensori, tengono alto il volume della Tv in camera, ecc... I ragazzi più educati e rispettosi sono i ragazzi svedesi, i danesi, gli svizzeri. Una buona regola da seguire durate un soggiorno in albergo (e non solo) è il rispetto degli altri; che vuol dire: non fare troppo rumore in camera, tenera la TV al minimo, niente grida, corse per i corridoi e le sale, non parlare a voce alta, non gridare al cellulare, tener sempre presente che esistono anche altre persone attorno a noi, con altrettanti diritti e al rispetto... Altra usanza che sembra propria dei ragazzi italiani: rompere materiale dell'albergo o portarlo via come souvenir. Questo va detto per le gite scolastiche, per il soggiorno nei campi scuola, come per i ragazzi che si spostano con la loro famiglia. Mi torna alla mente la giustificazione di alcuni genitori. "Sono bambini"... "Un po' di libertà..." “Sono ragazzate…” Genitori.... non è libertà ! Non è esuberanza ! Non è gioia e divertimento ! E' cattiva educazione! Molti bambini crescono allo "stato brado". Non sono rari i bambini (giustificati dai genitori) che fuori casa si comportano in maniera selvaggia: "Io voglio fare quello che voglio" - mi rispose un bambino per averlo richiamato a non camminare sui tavoli. Mi dispiace, ma dobbiamo tutti osservare delle regole, delle norme e rispettare dei limiti: sia adulti che piccoli. Non si vuole limitare le possibilità e l'originalità di nessuno e tanto meno dei bambini o dei ragazzi; ma una disciplina, un limite bisogna pure che qualcuno li insegni, non per impedire la libera espressione alla festa o all'esuberanza... ma perchè la vita la vita sociale esige un certo comportamento. Se non si "educa" già da subito... quando cominciare ? E' evidente che se non si è cominciato a formare il bambino già da piccolo, chiedere dei limiti, quando è più grandicello, diventa una coercizione, una tortura insopportabile, una violenza. Ho ricevuto in questi giorni la lettera di un papà che si lamentava con me, perchè non so educare i ragazzi che frequentano la parrocchia. I bollettini e le prediche sembrano andare in una direzione, ma poi permetto che dei ragazzetti vengano emarginati a scuola o alla mensa scolastica o nel gioco da qualcuno che "frequenta proprio la parrocchia"... Anche questo comportamento discriminatorio tra ragazzi, messo in atto a scuola o in parrocchia, è frutto di cattiva educazione... come se noi adulti accettassimo e dividessimo i ragazzi di serie A da quelli di serie B. La "maleducazione" non è innata nei bambini... la si apprende come la "buona educazione". Se i genitori non salutano, neppure i loro figli saluteranno; se i genitori raccomandano di non frequentare un amichetto per il coloro della pelle o per la religione... i bambini lo faranno; se il genitore non vuole che il proprio bambino non stringa la mano a un immigrato perchè "brutto e sporco" e magari va a protestare davanti al Comune che permette l'ingresso e l'integrazione di immigrati... i bambini cresceranno tenendo le distanze da quanti non sono come loro. Se in una scuola le ragazze di 15 anni fanno il vuoto attorno a una loro coetanea perchè è riservata o non veste firmato come le altre, o trova qualche difficoltà nello studio... o sono succube di una capo-branco... è segno che avrebbero bisogno di venire in chiesa più spesso e non solo a Natale e Pasqua, forse ci si aiuterebbe a riflettere. |