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Aquileia: snodo di cristianità PDF Stampa
Scritto da don Angelo Scarabottolo   

Il vasto territorio del Nordest, almeno a partire dal II sec. a.C. (Aquileia era stata fondata come colonia romana verso il 181 a. C.), presentava una discreta abbondanza di vie di comunicazioni interne e anche la possibilità di una navigazione interna, cosiddetta endolagunare.

La particolare collocazione geografica e il pericolo di invasioni nel settore orientale avevano imposto l'allestimento di una rete di strade militari che aveva condizionato la natura e la funzione di quelle città che vi sorgevano in prossimità. Sorsero così, oltre ad Aquileia, julia Concordia (con funzione soprattutto militare) e Altino (con funzione commerciale).

Ma Aquileia rimase il centro eminente: essa divenne prima capoluogo della Decima regio augustea che comprendeva grosso modo i territori da Pola al Mincio, e in seguito, dall'età di Diocleziano, della provincia della Venetia et Histria.

Ciò comportava una sorta di territorializzazione della leva militare: la X Regio produceva così la X Legio, un reparto militare scelto che veniva inviato nei punti caldi dell'Impero, forse anche in Palestina. Tra l'altro Julia Concordia era un centro di manifattura militare per la produzione di frecce, un po' come Verona, dove si producevano scudi e macchine da guerra.

Aquileia: 200mila abitanti e quarta città d'Italia.

Il territorio del Nordest aveva infatti un'importante funzione strategica per l'Impero Romano sia sul versante difensivo, sia su quello dell'espansione verso l'Europa centro orientate.
Aquileia giunse ad avere così più di 200.000 abitanti e ad essere la quarta città d'Italia. Era infatti un ricco emporio commerciale in posizione strategica tra pianura padana e regioni danubiane ed era dotata di un porto-canale che la collegava direttamente al mare Adriatico.
Nella fase precostantiniana si ha una documentazione frammentaria della presenza cristiana, desumibile per lo più da cataloghi episcopali: essi testimoniano il sorgere di molte sedi vescovili (particolarmente Aquileia, Padova, Verona), già a partire dal I secolo. È testimoniata anche la presenza significativa di molti martiri.

Da dove è giunto il cristianesimo nel Veneto?

Più probabilmente, ma senza escludere una penetrazione cristiana precedente, si può affermare che i primi nuclei cristiani siano databili verso il III secolo.
È difficile quindi affermare la presenza di sedi vescovili nel Veneto prima del III secolo. Di qui la domanda: da dove è giunto il cristianesimo nel Veneto?
Difficile anche qui dare una risposta: si può pensare all'Oriente (per la presenza di orientali e romani tra i vescovi martiri) e a Roma (per i collegamenti stradali Roma-Aquileia). Comunque sia, si trattò di una penetrazione lenta e progressiva.
Così come per le diocesi, non essendovi infatti testimonianze sicure di martiri e di vescovi prima del 250.

Aquileia alla pari di Milano.

Nel V secolo Aquileia da semplice sede episcopale ebbe autorità metropolitica alla pari di Milano: le due metropoli furono definite urbes splendidissimae.
La Chiesa di Aquileia, sia per la sua importanza sia per la sua collocazione strategica, divenne ben presto il fulcro dell'espansione cristiana nelle terre altoadriatiche e nelle regioni prossime della Sava, dei due Norici e della Pannonia.
Aquileia, nel IV secolo, fu un centro importante anche nel vivace dibattito religioso innescato dalla diffusione dell'arianesimo. Dopo che esso aveva prevalso anche a Milano, la condanna definitiva di quell'eresia fu pronunciata ad Aquileia il 3 settembre 381, pochi mesi dopo il concilio ecumenico di Costantinopoli.
Ovviamente il destino della metropoli aquileiese è legato alla crisi e alla fine dell'Impero romano occidentale e alle invasioni barbariche, come quella degli Unni nel 452.

Un secolo e mezzo lontano da Roma.

Tuttavia la Chiesa aquileiese, quasi paradossalmente, oltre che a sopravvivere in quei tremendi momenti, addirittura riuscì a trasmettere il suo patrimonio religioso e culturale, oltreche a mantenere anche una sorta di autorità in ambito civile in un territorio vastissimo (Padova, Verona, Concordia, Parenzo, Pola, Lubiana), essendo giunta la sua attività missionaria fino al Danubio.
Con le invasioni longobarde il clero aquileiese col suo vescovo Paolo si trasferirono a Grado, che dalla seconda metà del secolo VI acquisì il titolo patriarcale quasi in concomitanza con lo scisma dei "Tre Capitoli". In tale contesto per quasi un secolo e mezzo la Chiesa di Aquileia, assieme ad altre sedi metropolitiche in Occidente, si staccò da Roma per difendere le decisioni del Concilio calcedonese. Così, complice anche il contrasto tra Longobardi e Bizantini in Italia, vi fu anche la scissione del patriarcato tra Grado e Aquileia. Infatti, agli inizi del VII sec. il patriarca Candidiano ritornò in comunione con Roma determinando quindi la fine dello scisma. Egli rimase però a Grado.

Anno 579, nascono gli episcopati lagunari.

Contemporaneamente il clero che stava nella parte territoriale ad Aquileia (appoggiato dai vescovi nei territori longobardi) elesse come patriarca Giovanni, che continuò ad essere scismatico e così i suoi successori, fino a Pietro (fine VII secolo) che rientrò in comunione con Roma.
Rimasero però due patriarchi che corrispondevano alla divisione politica di quelle aree: da una parte i Longobardi (poi i Franchi), dall'altra i Bizantini.
Comunque sia, nella basilica di S. Eufemia a Grado, il patriarca Elia aveva riunito nel 579 un importante sinodo provinciale con i suoi vescovi suffraganei. Un sinodo importante non solo per le decisioni prese e per il fatto che da questo concilio risale la pia tradizione dell'origine degli episcopati lagunari, ma anche perché esso ci dà l'idea della vastità di questa provincia ecclesiastica: erano presenti, infatti, i vescovi di Oderzo, di Teurnia (Sankt Peter im Holz), di Altino, di Cissa, di Padova, di Celeia/Celje, di Concordia, di Emona/Lubiana, di Pola, di Zuglio, di Verona, di Parenzo, di Aguntum (Lienz), di Sabiona, di Trento, di Feltre, di Pédena e di Scarabantia/Sopron.

Trenta diocesi con Aquileia.

Ma in quegli anni erano legati ad Aquileia altri vescovi: quelli di Vicenza, di Treviso, di Asolo, di Belluno, di Virunum (Klagenfurt) e di Augusta Videlicorum (Augsburg); addirittura, in base alla fedeltà al Calcedonese, ribadita a Grado, scelse di passare nella provincia ecclesiastica di Aquileia anche l'episcopato di Como, che rimase legato ad Aquileia fino al Settecento. Nel pieno della sua espansione, alla fine del VI secolo, la metropoli di Aquileia sovrintendeva a una trentina di diocesi al di qua e al di là delle Alpi orientali, un numero già di per sé notevole, eppure destinato ad aumentare. Nell'età carolingia da Aquileia si diffuse il culto all'evangelista Marco, ritenuto primo evangelizzatore delle genti altoadriatiche: dal' 828, a seguito della translatio del corpo del santo, il suo culto si affermò anche a Venezia.

La soppressione dei due patriarcati.

Nel 1451 fu soppresso il patriarcato di Grado e il suo titolo trasferito al vescovo di Castello, di fatto a Venezia, mentre il patriarcato di Aquileia continuò ad esistere diviso tra una larga parte nell'Impero e una più piccola in terra veneta. Una situazione anomala, di fronte alla quale papa Benedetto XIV intervenne nel 1751 con la soppressione dell'antico patriarcato di Aquileia, di fatto sostituendolo con l'arcidiocesi di Gorizia (1752) per le terre imperiali e con quella di Udine (1753) per le terre venete.

Sono 56 le diocesi nate dalla Chiesa madre di Aquileia.

Di esse 36 sono tuttora esistenti, mentre 20 sono state soppresse nel corso dei secoli.
Ecco l'elenco completo delle Chiese che in Aquileia trovano origine.

Diocesi esistenti e oggi in Italia (17)
Venezia, Gorizia, Udine, Trieste, Concordia-Pordenone, Belluno-Feltre, Vittorio Veneto, Treviso, Padova, Chioggia, Rovigo, Vicenza, Verona, Trento, Bolzano-Bressanone, Mantova, Como

Oggi in Slovenia (6)
Capodistria, Lubiana, Maribor, Celle, Novo Mesto, Murska Sobota

Oggi in Croazia (3)
Parenzo-Pola, Veglia, Zagabria

Oggi in Austria (7)
Innsbruck, Salisburgo, Klagenfurt, Graz, Eisenstadt, Vienna, Linz

Oggi in Germania (3)
Monaco-Freising, Augsburg, Regensburg-Passau

Diocesi soppresse già appartenenti alla Metropolia di Aquileia
In Friuli Venezia Giulia (2): lulium Carnicum (Zuglio), Grado in Alto Adige (i): Sabiona
in Veneto (io): Asolo, Altino, Oderzo, Olivolo (Castello-Venezia), Caorle, Tortello, Eraclea, Malamocco, lesolo, Equino
in Tirolo (1): Aguntum (Lienz)
in Carinzia (1): Teurnia (Spittal)
in Slovenia (1): Poetovim-Ptuj
in Croazia (4): Ossero, Pedena, Cittanova, Cissa-Rovigno
in Ungheria (1): Scarobantia-Sopron