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La Comunità Cristiana 2^ parte PDF Stampa
(continuazione dell'articolo di don Franco Scarmoncin)

precettiStiamo commentando i "Precetti" della Chiesa….
3° errore è il "Confessarsi almeno una volta all'anno e comunicarsi a Pasqua", significa:
- che si può andare a Messa, senza fare la Comunione... Errore;
- che per fare la Comunione è necessario confessarsi…altro errore… come se Gesù avesse istituito il Sacramento della Riconciliazione (Confessione) per andare a fare la Comunione.
Assolutamente no!

La Riconciliazione, Gesù l'aveva prevista per quanti, dopo aver ricevuto il battesimo ed essersi messi in cammino con la Comunità cristiana, avessero tradito la loro fede, se ne fossero andati, avessero mancato o avessero combinato qualcosa di grave nei confronti di altri, ecc...in altre parole, si fossero posti con il loro atteggiamento al di fuori della comunità...
Per tutti costoro, Gesù aveva istituito il "Sacramento del Perdono"... ma non per andare dal sacerdote a dire che si è avuta una distrazione nelle preghiere, si era detta una bugia o si era persa la Messa perché ammalati... quanto per ricuperare quei "peccatori" ("lapsi") usciti volontariamente dalla vita cristiana e dalla comunità stessa.
Sull'indicazione di Gesù, la prima Comunità di Gerusalemme, con gli Apostoli e via via tutte le Comunità dei primi secoli, avevano messo in atto una prassi particolare per questi cristiani, "lapsi", che chiedevano di rientrare nella Chiesa, dopo esserne usciti.
Per loro era previsto un "cammino penitenziale" (con tanto di "confessione" al presbitero) che terminava il sabato santo in chiesa, in un abbraccio simbolico con l'assemblea e quindi la Confessione non era stata istituita da Gesù perchè i cristiani potessero andare a Messa e fare la Comunione, ma per motivi ben più validi.
Solo con questo tipo di Riconciliazione (con Dio e la Comunità) si può pensare ad una vera "conversione di vita", sempre richiesta ad ogni vera confessione.
Per un bambino che confessa di aver "fatto combattere, di aver detto bugie, di non aver studiato, ecc... che "conversione" può essere ?

4° errore: Non è vero che solo la Confessione toglie i peccati.
La Messa, (la Comunione, l'incontro con Gesù "acqua viva"...) toglie i nostri peccati e tutte le miserie umane quali debolezze, bugie, parolacce, cattivi esempi, sotterfugi, gelosie, momenti d'orgoglio, maldicenze, poca pratica religiosa, scatti d'impazienza, ecc... da cui non c'è "conversione" e non possono essere oggetto di Confessione, ma vengono perdonate e tolte dall'incontro con Gesù, acqua viva e fuoco...
Anche un gesto di carità toglie i nostri peccati.

5° errore: il cristiano era chiamato a vivere la sua fede in maniera personale e personalistica.
E' stato il Concilio Vaticano II, alla luce di alcuni suggerimenti del mondo protestante, a dare rilievo alla Comunità, affermando che la Chiesa non è una Società, ma una famiglia e che il cristiano è tale se vive inserito nella vita comunitaria.
È considerato cristiano perchè è aperto agli altri, attento alle necessità di chi gli sta vicino, collabora con i fratelli a migliorare la realtà che lo circonda... non se vive la sua fede in maniera privatistica e intimistica, disinteressandosi del prossimo.

 

Tutto questo discorso d'introduzione ha lo scopo di focalizzare il ruolo e l'importanza della Comunità Cristiana per la Chiesa e per la Parrocchia.
La Chiesa è comunità, è famiglia. Non è una Società come lo Stato o un'Azienda. I criteri che la muovono devono essere totalmente diversi: dialogo, fiducia, attenzione agli altri, collaborazione, aiuto fraterno, perdono, momenti d’incontro, preghiera, ecc...
Si è cristiani non perchè si va a Messa la domenica ma perchè si è inseriti in una comunità (che non coincide sempre con i confini del proprio paese o del proprio quartiere), nella quale ci si riconosce e alla cui vita e attività si partecipa.
Un cristiano che per anni ha frequentato una comunità e poi se ne va perchè la Messa nella parrocchia vicina, è mezz'ora prima o mezz'ora dopo o più breve... non ha capito nulla di che cosa significhi essere cristiano e vivere la comunità.
Un cristiano che va a Messa, oggi qui e domani là, senza un riferimento ad una comunità precisa... non ha un senso dal punto di vista evangelico. Deve inserirsi in una comunità e partecipare attivamente alla vita della comunità che si è scelta.
Un cristiano che si sente messo da parte perchè altri si fanno avanti e svolgono il ruolo che ha sempre occupato lui in comunità e per questo si sente "offeso" e se ne va, oppure si allontana e non si impegna più nelle solite attività perchè chi è entrato non gli è simpatico... non ha capito nulla di comunità cristiana...
La comunità non è fatta solo di gente simpatica, che ti dice sempre "Bravo" e che ti batte le mani: tutt'altro! Però queste sono le persone con cui devo lavorare e prestare la mia mano in un servizio gratuito.
Se in comunità qualcuno ti dà ombra e magari te ne vai... sorge spontanea la domanda: per chi stavi lavorando? Per una comunità che con il tuo contributo cresce... o per te stesso e per fare bella figura ?
Un cristiano che non s'impegna e non pratica le attività di una Comunità, ma vive ai margini usandola come un
"self-service" di cui approfittare, quando ne ha bisogno, non ha capito che questa va avanti, progredisce, si rafforza perchè tutti collaborano alla sua vita... dedicando del tempo a questo scopo.
Un cristiano che non si presta per collaborare in comunità, si comporta come un figlio adulto che vive e usa la famiglia come un albergo: approfitta degli altri.
Quanti danno una mano in parrocchia (e sono molti), non sono coloro che non hanno nulla da fare o hanno tempo da perdere, quanto piuttosto persone che hanno compreso che la comunità vive anche con il loro contributo di tempo, di lavoro, di mezzi, di iniziativa, ecc...