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Titolare: san Leonardo abate; festa patronale: 6 novembre.

Don Daniele Hudorovic (parroco)
Dante don Narciso (residente)

INDIRIZZO
Canonica: via San Leonardo 1, 35020, Polverara (Pd),
tel. 0499770021

MESSE
Invernali feriali: venerdì 15; altri giorni su richiesta dei fedeli;
festive: domenica 8 - 10.30

Estive feriali: venerdì 15; altri giorni su richiesta dei fedeli;
festive: domenica 7.30 - 10.30

LA STORIA

Il 30 marzo 1076, il vescovo di Padova Ulderico riconobbe al monastero di Santa Giustina di Padova il possesso di alcuni beni tra cui l'intera palude tra Legnaro e Roncajette detta "Memora", cioè boschi. Isola, la terra che emergeva dalla palude, viene menzionata poco prima del terremoto del 1117 e poi nell'elenco dei possessi del monastero padovano quando, nel 1123, questo passò sotto la protezione di papa Callisto II. A questo possesso si deve anche l'appellativo "dell'Abbà". Finché non ebbero una chiesa propria, i fedeli di Isola si recavano a Roncajette per le funzioni. Tra il 1145 e il 1172, i Benedettini eressero una chiesa in onore di San Leonardo. Il vescovo Barozzi vi consacrò l'altare maggiore nella visita del 1489. Fu quasi interamente ricostruita tra il 1828 e il 1840 e in quell'anno consacrata dal vescovo Modesto Farina. Il campanile, rovinato da un fulmine, fu ricostruito e innalzato nel 1769, quindi restaurato nel 1893. Cinque anni fa sono stati eseguiti interventi di rifacimento del tetto della chiesa. Attualmente è in programma il restauro delle pareti interne ed esterne.

L'ARTE

Viene datata tra il 1690 e il 1710 la scultura in pietra dipinta raffigurante Santa Giustina di Padova collocata sull'altare di santa Lucia nella chiesa di Isola dell'Abbà. L'opera è stata eseguita da artisti locali. A maestranze venete del 17° secolo si deve il pulpito in legno di noce intagliato (nella foto). Nelle formelle, separate da busti di cariatidi, sono visibili Sant'Ambrogio, San Gregorio, Santa Giustina, San Girolamo e Sant'Agostino. Proviene dal refettorio dell'abbazia di Santa Giustina di Padova al quale fu tolto in seguito alle soppressioni napoleoniche. Non è improbabile che in quell'occasione sia stato smembrato, mancando la corona e il sostegno inferiore. All'insieme apparteneva anche il crocefisso attualmente in sacrestia. Notevole anche l'Angelo dell'altare maggiore in pietra. Risale al 1750-74.