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Sant'Angelo Di Piove Di Sacco, antico insediamento, forse già paleoveneto e sicuramente romano, è situato nei pressi del Medoacus minor e della Via Popilia, che da Adria risaliva lungo il margine lagunare (allora più ritratto) fino ad incontrare l'Altinate a Sanbruson (ad duodecimum). Tutto il territorio comunale, da Vigorovea a Celeseo con proiezione nel veneziano fino a Vigonovo, Campolongo e Campagnalupia ha restituito in modo fortuito, tombe, lapidi, monete e bronzetti romani del primo secolo d.C., conservati al museo archeologico di Padova o a Bojon presso il Gruppo Archeologico: di particolare rilievo le tre tombe del primo secolo rinvenute a Vigorovea la cui disposizione a distanza di un modulo centuriale (710 m.), conferma l'esistenza e l'estensione della centuriazione della Saccisica.
Le bonifiche romane furono riprese nel medioevo, malgrado le distruttive incursioni barbariche ed ungare, grazie alla presenza dei Longobardi (alla cui devozione per San Michele Arcangelo si deve il nome stesso del paese), e in seguito alla donazione di Berengario dell' 897 la zona divenne fonte di approvvigionamento ittico per la mensa vescovile. Al periodo comunale seguì la signoria carrarese e dal 1405 la dominazione della Serenissima, che trasformò tutto il comprensorio saccense in proprietà terriere di poche famiglie patrizie, intersecate alle proprietà ecclesiastiche e soggette fino ai primi dell' 800 alla servitù di pascolo invernale per le greggi dell 'Altopiano dei 7 Comuni. A Sant'Angelo non rimane alcuna traccia degli insediamenti residenziali veneziani, compresa la grande villa dove il fisico, matematico e astronomo G. Poleni ospitò nel 1746 il card. Rezzonico (Vecovo di Padova e futuro Papa Clemente XIII), distrutta ai primi dell' 800.
L' arcipretale di San Michele, pieve già dal XII secolo e più volte ingrandita fino alle attuali forme neo-joniche del 700 con ampio sagrato già cimiteriale, custodisce diverse opere d'arte tra cui la pala di San Michele di G.B. Canal (1798) quella San Matteo, della scuola del Veronese, vari bassorilievi lignei della bottega del Danieletti, e le statue bonazzesche che ornano battistero, altari e facciata. Ad A. Bonazza è attribuita la statua dell' Arcangelo custudita della biblioteca comunale.
Anche la chiesa (ora ottocentesca ma fondata nel 1326) di San Giacomo a Vigorovea possiede pregevoli opere d'arte, tra cui l'altar maggiore in marmo di Carrara, da Villa Cappello di Noventa, opera settecentesca del bonazziano A. Tagliapietra; proviene da cui la quattrocentesca Madonna in terracotta policroma del Briosco, ora al Museo Diocesano di Padova. A Celeseo (il nome deriva dalle antiche piantagioni di ciliegi) sorge casa Maritan, già villa Caprari, risalente a fine 600 e ora di proprietà comunale, ultima degradata testimonianza dell' architettura residenziale del passato.